Lo Yoga e la ricerca della Luce

 

Molte persone si avvicinano allo Yoga per curiosità, per riequilibrare il proprio assetto corporeo, per sfuggire allo stress della vita quotidiana.

Lo Yoga aiuta tutti loro, riequilibra la postura, aiuta a elasticizzate il corpo e le articolazioni, previene moltissime malattie perché ridistribuisce l’energia all’interno delle Nadi ( canali energetici ), aiuta a ritrovare l’equilibrio interno e a migliorare il tono dell’umore.

Tutti gli effetti di questa disciplina portano nel tempo a un miglioramento della qualità della vita di chi le pratica.

Spesso si comincia per semplice curiosità, e va bene  anche. Questo è però solo il primo passo. La curiosità deve diventare interesse e l’interesse, passione.

Solo la passione può spingere una persona a superare le difficoltà che si presentano praticando Yoga. La prima difficoltà è senz’altro il vedere i propri limiti. Lo Yoga è spietato, ti mostra esattamente come sei, i tuoi indurimenti, le rigidità esterne e interne. Spesso già da subito emergono le rigidità interne perché il corpo su cui lavoriamo contiene la nostra memoria. Una vertebra bloccata,  un muscolo irrigidito, parla della nostra storia, dei traumi, grandi o piccoli, delle abitudini sbagliate che ci portiamo dentro da anni.

La passione può anche diventare amore, come è stato per me, e allora senti che ogni volte che ci sei, lì a praticare per e con te stessa, l’amore, in senso lato, non quello umano, ma quello divino, ti invade .

La vera bellezza dello Yoga non è nella plasticità della forma che il corpo assume, ma in quel barlume di Luce che ti invade, anche solo per un attimo, e ti dice che ci sei.

A volte capita che allievi al primo incontro con questa disciplina abbiano già un’esperienza di Luce. Tutti provano un profondo senso di pace e amore, un’emozione intensa  e  spesso commovente.

Per qualche istante una parte della propria Coscienza  è entrata in contatto con la propria Essenza, quel barlume immortale che è presente al nostro interno ma che così poche volte riusciamo a contattare, immersi in una personalità prepotente e che da servitrice  è diventata padrona della nostra esistenza.

La rivogliamo, la cerchiamo questa Luce, ma dobbiamo stare attenti a non trasformare l’aspirazione alla Luce in bramosia della mente. La mente, che dovrebbe servire la nostra Essenza diventa la padrona incontrastata della nostra vita, sviandoci spesso dalla realizzazione del nostro destino, il Dharma  per cui siamo nati.

La maggior parte delle persone vive per vivere, lascia che tutti gli automatismi di cui è impregnata e costituita guidino la sua vita in un continuo ripetersi di eventi che sono la copia di quelli precedenti.

 L’uomo deve cercare  il “senso delle cose”, basta fermarsi un attimo e pensare che siamo su una sfera che gira nell’universo, che tutti i piccoli problemi della nostra piccola esistenza si ridimensionano.

Fermarsi un attimo non tanto a pensare, ma a Essere.

Quando si e nello Yoga il corpo, la mente e le emozioni devono essere insieme presenti. Ci siamo con tutto il nostro essere e osserviamo la nostra natura umana che si svolge, aspirando al divino.

La parola Yoga viene dal sanscrito yug e traduce il concetto di unione tra l’Io universale e l’io personale. Essere uniti anche solo un attimo, spinge l’uomo ad aspirare di ritrovare quel senso di unità persa.

Il primo vettore su cui si deve lavorare e la Volontà ( Sat). Necessaria a superare le difficoltà, la noia, la pigrizia, il dolore. Poi arriva l’Amore (Ananda) che tutto invade, il collante dell’universo che tiene unite le molecole e gli atomi, e infine la Coscienza ( Chit).

Ma bisogna cominciare, con volontà e pazienza. Senza né la fretta né la pigrizia della mente bramosa. Con Umiltà e passione.

 

Cinzia Lippolis                                                                                                     Torna all’Home Page