LO YOGA BIOPSICOENERGETICO: UN’ESPERIENZA STRAORDINARIA!

Di Cinzia Lippolis

 

Quando per la prima volta ho incontrato lo Yoga Biopsicoenergetico (Yoga BPE), me lo ricordo bene, ero in una località marina posta sulla costa centrale dell’Argentina, a circa 500 Km da Buenos Aires. Lì il Dr. Livio Vinardi stava tenendo un seminario della durata di circa un mese a un gruppo di persone, tra cui c’ero anch’io. Avevo conosciuto il Professore Vinardi da un paio d’anni tramite la frequentazione dei suoi corsi tenuti in Italia, ma quella era la prima volta che andavo lì in Argentina (sarebbero seguiti altri tre viaggi nella località del Sud America). Questa lunga e importante esperienza si teneva in un luogo stupendo: un bosco di svariati ettari, l’Oceano, la spiaggia, immensa, e il vento, il fuoco del Falò, e la volta celeste, dove brillavano costellazioni sconosciute a noi europei. Le esperienze vissute in quella occasione e nelle successive, grazie al preziosissimo lavoro che il Professore Vinardi faceva con tutti noi partecipanti, costituiscono un importantissimo bagaglio interno, la cui profondità e impatto non può essere assolutamente descritta a parole.

Quando, in quella situazione, provai la prima sequenza di Yoga Biopsicoenergetico non posso negare che ebbi qualche incertezza: la mia formazione era stata fino ad allora quello dell’Hatha Yoga e della Naturopatia. Il mio corpo era abituato a quelle sensazioni che le asana classiche mi regalavano ormai da anni. Gli allungamenti muscolari, la mobilitazione della colonna vertebrale, le posizioni statiche, erano ormai da tempo il mio “pane quotidiano”. Qui invece c’erano esercizi per lo più sconosciuti, movimenti ritmici e un lavoro assolutamente proiettato all’interno. L’attenzione mentale era assolutamente assorbita all’ascolto di se stessi in un modo totalmente differente da ciò che avevo provato fino ad allora.

Sono passati alcuni anni da quella prima volta, e a momenti di scoraggiamento e abbandono, sono seguiti altri di grande determinazione e volontà di approfondire e conoscere sempre più questa disciplina. La convinzione che questa sia realmente un tecnica incredibilmente efficace per raggiungere lo stato di Yoga, ossia di Unione tra l’io personale e L’IO Universale, è andata sempre più fortificandosi e accrescendosi dentro di me, grazie alle numerose esperienze personali dirette e a quelle indirette di coloro che si sono voluti dare un’opportunità reale, praticando questa disciplina. La mia più intima convinzione è che lo Yoga Biopsicoenergetico sia attualmente uno dei pochi strumenti accessibili e realmente funzionanti, per l’evoluzione interna dell’Essere Umano occidentale moderno.

La cosa che si evince subito, confrontando l’Hatha Yoga con lo Yoga BPE, è che mentre il primo necessita di più tempo per permettere un incontro con se stessi, pur dando indubbi benefici a livello fisico e mentale, ragione per cui continuo a praticarlo e a insegnarlo, il secondo permette già dai primi incontri una forma di rientramento molto forte e profonda. La maggior parte delle persone che pratica Hatha Yoga si limita, purtroppo, a godere delle conseguenze di questa disciplina, apprezzandone i grandi benefici a livello di stabilità mentale e emotiva, e di scioltezza e elasticità muscolare e articolare. Oppure, cosa davvero triste, guarda prettamente l’aspetto ginnico del movimento, la possibilità di fare “belle e complicate posizioni”, dimenticando totalmente che, quando una persona pratica, lo fa con l’unico scopo di entrare in contatto con se stessa.

Con lo Yoga Biopsicoenergetico questa “dimenticanza” è impossibile. La stessa strutturazione della lezione pone l’accento sul contatto interno. Il contatto è presente da subito, dalla prima lezione, e le esperienze degli allievi lo confermano. La lezione è un vero e proprio lavoro in se stessi.

E’ molto difficile comprendere gli esercizi dello Yoga BPE senza un’adeguata conoscenza del contesto in cui questa disciplina nasce: il suo fautore, il Professore Livio Vinardi, ha estrapolato la gran maggioranza degli esercizi da quelli praticati dalle antiche popolazioni Maya e Incas, adattandoli poi alle condizioni dell’uomo moderno occidentale e alla sua struttura energetica attuale. Questi esercizi chiaramente rappresentano solo una parte di tipo pratico dell’ enorme lavoro compiuto dal Professore Vinardi  nel campo della Armonizzazione e Evoluzione Interna dell’Essere Umano.

Bene, per comprendere a pieno, la grande importanza che riveste lo Yoga BPE attualmente nell’evoluzione interna dell’uomo, bisogna mettere a fuoco, sebbene in breve, alcuni concetti fondamentali, senza i quali, ad uno sguardo superficiale e disattento, questi movimenti sembrerebbero semplicemente esercizi di ginnastica.

Il primo concetto importante riguarda la natura dell’Essere Umano. Stiamo parlando di come siamo fatti. E per comprendere come siamo fatti dobbiamo affrontare tre tematiche: La parte Energetica della persona, Essenza e Personalità, e la triparticità dell’Essere Umano.

Il nome di “Yoga Biopsicoenergetico” sottolinea in modo inequivocabile l’appartenenza alla disciplina che appunto prende il nome di “Biopsicoenergetica”. Disciplina creata dal Professore Vinardi nel 1971 e poi insegnata e inserita in diversi Centri e  Istituti degli Stati Uniti e dell’Europa. La Biopsicoenergetica parte dall’Essere Umano, dalla sua struttura  Biologica,  Psichica e Energetica, e lo pone come parametro principale di confronto per conoscere la realtà circostante e le sue manifestazioni. Nel suo splendido libro “Biopsicoenergetica – l’Essere Umano come misura” il Professore Vinardi spiega con estrema chiarezza la struttura energetica dell’Uomo, il suo Campo Bioplasmico, o Aura, i Vortici Energetici, o Chakras, lo stretto legame tra l’individuo, la Natura e il Cosmo, i rapporti tra le radiazioni ambientali, naturali e artificiali, e le radiazioni prodotte dall’Essere Umano… La cosa che adesso mi interessa sottolineare, di tutto questo validissimo lavoro (di cui consiglio la lettura a tutti coloro che siano alla ricerca di un testo serio che tratti di energetica umana) è che ogni persona possiede sia un corpo fisico-chimico, che conosciamo bene, che un corpo energetico sottile, che ai più resta sconosciuto e non indagato. Questo Campo Bioplasmico è la matrice da cui si è costituito il nostro beneamato corpo fisico, da qui il nome anche di Campo Morfogenetico. La salute del corpo fisico dipende in primis da quella del corpo energetico, e una evoluzione interna di un individuo implica un aumento del quantum energetico della sua Aura (Aura, Campo Energetico, campo Bioplasmico sono tutti sinonimi). Quando pratichiamo Yoga quello che vogliamo contattare, nutrire e sanare è il nostro Corpo Energetico, e di conseguenza il nostro corpo fisico. Lo Yoga BPE agisce sul Campo Energetico attraverso i movimenti del Corpo Fisico, creando veri e propri flussi di scarica e di carica dei vortici (Chakras) attraverso circuiti determinati.

Tutto questo apparato energetico costituito da Vortici, Canali Energetici (chiamati Meridiani dalla Medicina Tradizionale Cinese, Nadi in quella Indiana), Corpi Energetici, costituisce la nostra Essenza, ossia la nostra parte essenziale, eterna e costante, che prende contatto con il mondo attraverso il corpo fisico. La nostra Essenza racchiude tutto quello che siamo e che ci appartiene prima del momento della nascita. Appena nasciamo partono i nostri Ritmi Biologici e incomincia a formarsi la nostra Personalità. La Personalità rappresenta infatti tutto quello che impariamo: la lingua, la religione, la cultura…, tutti gli atteggiamenti che acquisiamo tramite l’educazione che viene impartita dai genitori e dalle istituzioni scolastiche e sociali. Tutto questo bagaglio, che va accrescendosi e modificandosi di giorno in giorno, può essere sia una fonte di accrescimento interno, se ben equilibrato e correttamente gestito, sia una fonte di squilibrio, di dispersione delle proprie energie, di confusione, se mal distribuito e mal usato. Purtroppo nella gran maggioranza dei casi  lo sviluppo della personalità  avviene attraverso un’educazione scorretta. L’individuo si ritrova con zone del suo essere più sviluppate a discapito di altre pure importanti ma totalmente tralasciate. Il contatto con la sua parte più autentica, la sua Essenza, è totalmente dimenticato a favore di una Personalità ingombrante e senza una vera meta. Lo scopo dello Yoga è perciò il contatto con questa parte “dimenticata”, con la propria Essenza, in modo che, una volta risvegliata, si crei un collegamento cosciente tra la propria Essenza e la propria Personalità. Questa è la finalità di tutte le discipline a carattere evolutivo, di qualsiasi tempo e luogo. Il contatto con la propria interiorità è l’unica cosa che può dare un senso reale alla propria esistenza. Ciò non significa smettere di avere una vita attiva e piena, anzi, vuol dire tutto il contrario: sapendo “chi si è” realmente, si può sapere “cosa si vuole” e “dove si vuole andare”. Le risposte a queste domande interne, che l’uomo si è sempre posto lungo la storia dell’Umanità tutta, possono emergere solo dall’Interno di una persona, e non cercando all’esterno.

Durante una classe di Yoga Bpe, la struttura stessa della lezione favorisce il rientramento interno e il contatto con la propria parte essenziale. Questo può avvenire tramite la visione di colori, forme geometriche, immagini, ma anche attraverso la percezione di suoni o odori. A volte si hanno veri e propri messaggi; Il linguaggio dell’Essenza è altamente simbolico e archetipico.

Durante la lezione si eseguono esercizi che vanno a lavorare sulle tre parti che costituiscono un Essere Umano. Infatti tutti noi siamo tripartiti: abbiamo un fare, che corrisponde alla nostra parte pratica; un sentire, che corrisponde alla parte emozionale; e un pensare, che corrisponde alla parte intellettiva. Tutti noi abbiamo esperienza di queste tre componenti che ci costituiscono e sappiamo anche che spesso i nostri fare, sentire e pensare non si corrispondono nella stessa maniera davanti a un medesimo oggetto.  Ossia possiamo fare qualcosa, ma sentire che questo non ci piace e pensare a tutt’altra situazione. Questa condizione di dispersione e disordine ci accompagna purtroppo per la gran maggior parte della nostra vita. Quando invece si pratica Yoga si chiede all’allievo il massimo impegno per essere “uno”, ossia che le sue tre componenti lavorino insieme e coordinate. Questo per essere attuato necessita di un certo sforzo di volontà da parte del praticante, di presenza, attenzione e auto osservazione. Condizioni queste che richiedono impegno e  allenamento per essere imparate e attivate.

Lo Yoga è principalmente di carattere nervoso e non fisico!

Se la persona si applica con serietà e determinazione i “regali” che possono arrivare sono indescrivibili. Le esperienze interne, intense e illuminanti, non si possono infatti descrivere con un linguaggio ordinario, possono solo essere provate. E’ per questo che mi auguro di aver suscitato quel minimo di curiosità nel lettore, che possa spingerlo a voler avere un’ esperienza diretta di quanto è stato solo accennato. L’esperienza, più di mille parole, può realmente dare il senso a quanto fin’ora descritto. Le parole sono necessarie per aprire delle possibilità nella mente, ma solo i fatti concreti, sperimentati e sentiti personalmente, possono condurre a una qualsiasi forma di reale comprensione.

Cinzia Lippolis                                Torna all’Home Page.