LO
YOGA BIOPSICOENERGETICO: UN’ESPERIENZA
STRAORDINARIA!
Di Cinzia Lippolis
Quando per la prima volta ho incontrato lo Yoga Biopsicoenergetico
(Yoga BPE), me lo ricordo bene, ero in una località marina posta sulla costa
centrale dell’Argentina, a circa
Quando, in quella situazione, provai la prima sequenza di Yoga Biopsicoenergetico non posso negare che ebbi qualche
incertezza: la mia formazione era stata fino ad allora quello dell’Hatha Yoga e della Naturopatia. Il mio corpo era abituato a
quelle sensazioni che le asana classiche mi
regalavano ormai da anni. Gli allungamenti muscolari, la mobilitazione della
colonna vertebrale, le posizioni statiche, erano ormai da tempo il mio “pane
quotidiano”. Qui invece c’erano esercizi per lo più sconosciuti, movimenti
ritmici e un lavoro assolutamente proiettato all’interno. L’attenzione mentale
era assolutamente assorbita all’ascolto di se stessi in un modo totalmente
differente da ciò che avevo provato fino ad allora.
Sono passati alcuni anni da quella prima volta, e a momenti di
scoraggiamento e abbandono, sono seguiti altri di grande determinazione e
volontà di approfondire e conoscere sempre più questa disciplina. La
convinzione che questa sia realmente un tecnica incredibilmente efficace per
raggiungere lo stato di Yoga, ossia di Unione tra l’io personale e L’IO
Universale, è andata sempre più fortificandosi e accrescendosi dentro di me,
grazie alle numerose esperienze personali dirette e a quelle indirette di
coloro che si sono voluti dare un’opportunità reale, praticando questa
disciplina. La mia più intima
convinzione è che lo Yoga Biopsicoenergetico sia
attualmente uno dei pochi strumenti accessibili e realmente funzionanti, per
l’evoluzione interna dell’Essere Umano occidentale moderno.
La cosa che si evince subito, confrontando l’Hatha
Yoga con lo Yoga BPE, è che mentre il primo necessita di più tempo per
permettere un incontro con se stessi, pur dando indubbi benefici a livello
fisico e mentale, ragione per cui continuo a praticarlo e a insegnarlo, il
secondo permette già dai primi incontri una forma di rientramento molto forte e
profonda. La maggior parte delle persone che pratica Hatha
Yoga si limita, purtroppo, a godere delle conseguenze di questa disciplina,
apprezzandone i grandi benefici a livello di stabilità mentale e emotiva, e di
scioltezza e elasticità muscolare e articolare. Oppure, cosa davvero triste, guarda
prettamente l’aspetto ginnico del movimento, la possibilità di fare “belle e
complicate posizioni”, dimenticando totalmente che, quando una persona pratica, lo fa con l’unico scopo di entrare in
contatto con se stessa.
Con lo Yoga Biopsicoenergetico questa
“dimenticanza” è impossibile. La stessa strutturazione della lezione pone
l’accento sul contatto interno. Il contatto è presente da subito, dalla prima
lezione, e le esperienze degli allievi lo confermano. La lezione è un vero e proprio lavoro in se stessi.
E’ molto difficile comprendere gli esercizi dello Yoga BPE senza un’adeguata conoscenza
del contesto in cui questa disciplina nasce: il suo fautore, il Professore
Livio Vinardi, ha estrapolato la gran maggioranza
degli esercizi da quelli praticati dalle antiche popolazioni Maya e Incas, adattandoli poi alle condizioni dell’uomo moderno
occidentale e alla sua struttura energetica attuale. Questi esercizi
chiaramente rappresentano solo una parte di tipo pratico dell’ enorme lavoro
compiuto dal Professore Vinardi nel campo della Armonizzazione e Evoluzione
Interna dell’Essere Umano.
Bene, per comprendere a pieno, la grande importanza che riveste
lo Yoga BPE attualmente
nell’evoluzione interna dell’uomo, bisogna mettere a fuoco, sebbene in breve,
alcuni concetti fondamentali, senza i quali, ad uno sguardo superficiale e
disattento, questi movimenti sembrerebbero semplicemente esercizi di
ginnastica.
Il primo concetto importante riguarda la natura dell’Essere
Umano. Stiamo parlando di come siamo
fatti. E per comprendere come siamo
fatti dobbiamo affrontare tre tematiche: La parte Energetica della persona,
Essenza e Personalità, e la triparticità dell’Essere
Umano.
Il nome di “Yoga Biopsicoenergetico”
sottolinea in modo inequivocabile l’appartenenza alla disciplina che appunto
prende il nome di “Biopsicoenergetica”. Disciplina
creata dal Professore Vinardi nel 1971 e poi
insegnata e inserita in diversi Centri e
Istituti degli Stati Uniti e dell’Europa.
Tutto questo apparato energetico costituito da Vortici, Canali
Energetici (chiamati Meridiani dalla Medicina Tradizionale Cinese, Nadi in quella Indiana), Corpi Energetici, costituisce la
nostra Essenza, ossia la nostra parte essenziale, eterna e costante, che prende
contatto con il mondo attraverso il corpo fisico. La nostra Essenza racchiude
tutto quello che siamo e che ci appartiene prima
del momento della nascita. Appena nasciamo partono i nostri Ritmi Biologici e
incomincia a formarsi la nostra Personalità.
Durante una classe di Yoga
Bpe, la struttura stessa della lezione favorisce
il rientramento interno e il contatto con la propria parte essenziale. Questo
può avvenire tramite la visione di colori, forme geometriche, immagini, ma
anche attraverso la percezione di suoni o odori. A volte si hanno veri e propri
messaggi; Il linguaggio dell’Essenza è
altamente simbolico e archetipico.
Durante la lezione si eseguono esercizi che vanno a lavorare
sulle tre parti che costituiscono un Essere Umano. Infatti tutti noi siamo
tripartiti: abbiamo un fare, che
corrisponde alla nostra parte pratica; un sentire,
che corrisponde alla parte emozionale; e un pensare,
che corrisponde alla parte intellettiva. Tutti noi abbiamo esperienza di queste
tre componenti che ci costituiscono e sappiamo anche che spesso i nostri fare, sentire e pensare non si
corrispondono nella stessa maniera davanti a un medesimo oggetto. Ossia possiamo fare qualcosa, ma sentire che
questo non ci piace e pensare a tutt’altra situazione. Questa condizione di
dispersione e disordine ci accompagna purtroppo per la gran maggior parte della
nostra vita. Quando invece si pratica
Yoga si chiede all’allievo il massimo impegno per essere “uno”, ossia che le
sue tre componenti lavorino insieme e coordinate. Questo per essere attuato
necessita di un certo sforzo di volontà
da parte del praticante, di presenza,
attenzione e auto osservazione. Condizioni queste che richiedono impegno
e allenamento per essere imparate e
attivate.
Lo Yoga è principalmente
di carattere nervoso e non fisico!
Se la persona si applica
con serietà e determinazione i “regali” che possono arrivare sono
indescrivibili. Le esperienze interne, intense e illuminanti, non si possono
infatti descrivere con un linguaggio ordinario, possono solo essere provate. E’
per questo che mi auguro di aver suscitato quel minimo di curiosità nel
lettore, che possa spingerlo a voler avere un’ esperienza diretta di quanto è stato solo accennato. L’esperienza,
più di mille parole, può realmente dare il senso a quanto fin’ora descritto. Le
parole sono necessarie per aprire delle possibilità nella mente, ma solo i
fatti concreti, sperimentati e sentiti personalmente, possono condurre a una
qualsiasi forma di reale comprensione.
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