Antica quanto il
massaggio è l'applicazione del calore per curare le malattie e in
particolare per alleviare il dolore. I medici dell'antica Cina avevano
scoperto che la stimolazione dei punti di agopuntura col calore poteva
ottenere degli effetti particolari, sfruttando le proprietà specifiche dei
singoli punti. Lo strumento principale per portare il calore sui punti era
costituito da erbe medicinali essiccate e polverizzate, che venivano compresse, poste sulla cute e incendiate sino a
trasmettere la sensazione del calore nel meridiano. Nel "Trattato
sulle malattie febbrili dovute al freddo", il medico Zhang Zhong Jing del II° secolo d.C.
raccomandava di bruciare dei bastoncini di cannella per scaldare dei punti
opportuni al fine di espellere il freddo patogeno dall'organismo stimolando
la sudorazione. Col tempo la Medicina
Cinese ha selezionato come erba principale per questo
impiego l'Artemisia, con le cui foglie essiccate e triturate si prepara una
lanugine da usarsi compressa in coni o arrotolata in bastoncini. I
Giapponesi hanno denominato questa tecnica “moxa” e questo termine ha avuto
più successo del termine cinese jiu fa, divenendo anche sinonimo di Artemisia. Per
questa ragione oggi la tecnica è conosciuta come Moxibustione.
Questa tecnica naturalmente è elettiva in tutte le
patologie dovute al freddo, ma è anche un'importante sistema di tonificazione nelle sindromi caratterizzate da astenia
e freddolosità, nei prolassi, nelle dispepsie.
La sensazione durante una seduta di Moxibustione è che il
calore penetri all’interno dell’organismo attraverso il punto di agopuntura
che si sta stimolando. Il calore così entrato, potrà poi rimanere in sede o
dirigersi verso un distretto specifico, seguendo la direzione del meridiano
a cui appartiene il punto.
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